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[.: Siena 1  Inter 2  :.]                         33a giornata    Domenica 22 Aprile 2007    15,00

                               SIENA 1- INTER 2

Le bandiere nerazzurre ritornano a sventolare dopo 18 anni. Un’attesa infinita, lunghissima, una sofferenza per il popolo interista che ha visto e vissuto più delusioni che gioie, più batoste che caroselli. Dopo lo scudetto estivo partorito da Calciopoli, arriva sul campo, arriva da Siena il tricolore numero 15, cinque giornate prima della conclusione di un campionato che ha visto l’Inter travestirsi nel ruolo del dittatore. La mazzata infrasettimanale contro la Roma aveva riaperto il vittimismo latente della squadra di Moratti, ma la cucitura dello scudetto non è tardata ad arrivare. Due a uno a Siena nella terra del Palio e la contrada che festeggia è quella del biscione nerazzurro che sin da subito infierisce. Prima occasione per l'Inter. Zanetti, colonna decennale e simbolo della gestione Moratti, porta a spasso il pallone al limite dell'area. La soluzione personale non è delle più precise. Le palle inattive hanno dato un contributo fondamentale durante la stagione. Cordoba va vicino alla rete ma trova l'opposizione di Manninger. Vantaggio rimandato di pochi secondi. Inter in vantaggio sul corner successivo. Parapiglia in area piccola, Maicon stecca la prima conclusione, si gettano alla caccia in due Ibrahimovic e Materazzi ma è il difensore a superare in velocità il compangno di squadra e spingere così in rete l'uno a zero al minuto 18. Per Materazzi è settima rete stagionale momentaneamente. L'Inter mostra cosa vuol dire complicarsi la vita. Passano tre minuti e la prima scorribanda senese rimette il match in parità. Galloppa dalla sinistra crossa al centro, Rinaudo, in posizione regolare, fa tentennare Julio Cesar che sbaglia l'intervento e di fatto spalanca a Negro, ex Laziale, la porta verso l'uno a uno. Silenzio tombale nel settore ospite. Dieci minuti abbondanti per ritrovare il bandolo della matassa. Solari suggerisce dalla fascia sinistra, Manninger respinge il colpo di testa di Ibrahimovic, lesto nell'evitare la doppia marcatura. L'Inter continua a tenere il possesso, ma la confusione, i timori e soprattutto il tricolore vicino sembrano essere i peggiori nemici nerazzurri. Insomma, le notizie che arrivano da Bergamo, il due a zero provvisorio dell'Atalanta sulla Roma non trovano riscontro in campo. Era in panchina il 5 maggio 2002 quando vestiva la maglia della Lazio, ma gli spettri del passato sembrano rivivere. Negro, l'autore del pareggio va vicino alla doppietta ma Julio Cesar si allunga e di piede allontana il colpo di tacco. Il campionato è dietro l'angolo, ma la paura di certo non aiuta. Maxwell, entrato al posto di Burdisso, offre la palla a Manninger. La svolta attesa da 18 anni arriva al 13esimo della ripresa. Contatto tra Cruz e Manninger. Per Ayroldi non ci sono dubbi, nessuna esitazione nell'assegnare il rigore. Serve la freddezza di Materazzi, la metamorfosi di un giocatore prima contestato e criticato per la sua irruenza difensiva, poi trasformato in leader indiscusso in campo. Dal dischetto il difensore non sbaglia ma il popolo nerazzurro non può mai vivere tranquillo. Il rigore, come direbbero lì in terra toscana, s'ha da rifare. La freddezza della notte di Berlino porta consiglio a Materazzi che infila in rete anche la seconda battuta. Il Siena trova pochi spunti ma quando attacca non si dimentica che deve fare punti per salvarsi. Regna la confusione e l'azione in questione sembra più vicina al rugby, insomma quando la meta è lì a due passi. Sempre Negro protagonista ma la mischia nell'area piccola finisce con un fallo su Julio Cesar. Materazzi vuole diventare indubbiamente l'uomo scudetto. Il colpo di testa in tuffo è però impreciso. Ancora il Siena vuole rovinare la festa all'Inter. Galloppa trova tra sé e la rete la provvidenziale deviazione di Maicon. Un quarto d'ora alla celebrazione e la gambe di Cruz diventano molli come il burro. Il giardiniere si libera di una marcatura non certo ermetica ma quando deve concludere sciupa quanto di bello aveva costruito. Il tempo scorre, l'arbitro fischia e le maglie celebrative con la scritta campioni escono dagli scatoloni impolverati imboscati da troppo tempo. Bisogna solo aspettare il finale da Bergamo, e poi, insomma che la festa abbia inizio.

                                                                       Mario Esposito  

                           SIENA 1- INTER 2

Eccola, la gioia tricolore, quella attesa da 18 anni. Un tripudio, una festa che andrà avanti probabilmente per tutta la notte. Uno scudetto meritato per un campionato dominato sin dall'inizio. La firma tricolore è di Marco Materazzi, con la doppietta decisiva nel match di Siena e quel rigore che è valso il tricolore. E' giusto così, perchè Matrix è stato uno dei simboli di questa cavalcata nerazzurra. Una cavalcata inarrestabile, che si è inceppata solamente mercoledì scorso contro la Roma. Ibra recupera e viene schierato dal primo minuto, ma la squadra di Mancini appare ancora una volta un po' timorosa e forse bloccata dalla possibilità di centrare il grande obiettivo. I primi minuti, così, scorrono via senza grosse emozioni e con un brivido per Julio Cesar per un paio di indecisioni difensive. Più passano i minuti e più l'Inter prende campo e, dopo un miracolo di Manninger, passa con Materazzi, su una mischia in area.
Tuttavia, la gioia nerazzurra dura appena 3 minuti, il tempo che Negro, complice una difesa non impeccabile, trovi il pareggio. L'Inter si butta in avanti a caccia del nuovo vantaggio, ma Manninger dice di no prima a Cambiasso e poi ad Ibrahimovic. Nel frattempo, da Bergamo arriva la notizia del doppio vantaggio dell'Atalanta sulla Roma, così manca solo una rete al 15° scudetto. Così, la squadra nerazzurra riparte nella ripresa a cacca della rete del trionfo. C'è un brivido, tuttavia, quando Negro (ancora lui) di tacco mette a serio rischio le coronarie dei tifosi nerazzurri che, al 60', iniziano a vedere il paradiso.
Il Siena sbaglia un retropassaggio, Manninger commette fallo su Cruz e l'arbitro concede il rigore. Materazzi si presenta sul dischetto e, dopo una ripetizione, segna la sua doppietta personale e il possibile gol tricolore.  Il Siena, tuttavia, non ci sta e va vicinissimo al pari prima con Negro e poi con Galloppa, su cui Julio Cesar compie un vero e proprio miracolo. Gli ultimi minuti sono divisi tra le radioline per sentire il risultato di Bergamo e la difesa del 2-1, visto che gli ultimi minuti sono in 10 per l'infortunio di Maicon a sostituzioni finite. Il fischio finale, l'attesa per il finale della Roma e poi il tripudio e la grande festa

                                                                   Piero Esposito

 

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