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12a giornata 05/12/2007 ore 20,30   rinviata

        Inter  3   Lazio   0   

Volti nuovi ma vecchio stile: comunque, è un successo. Questa è l’Inter che vediamo oggi, con qualche cerotto, ma con una riserva di forza, potenza, talento che la fanno spiegare vele al vento. Tre gol realizzati contro la Lazio arrotondano i conti e la classifica, quarantacinquesima partita di fila in cui i nerazzurri segnano a San Siro,  106 gol: i tifosi non possono lamentarsi. Segna l’Inter dei volti nuovi Suazo, lancia il ballo dei supermen, Ibra e Maicon. Spettacolo e reti, gioco solido, le novità fanno successo.  Sarà dura far fuori questa squadra.
Inter che guarda al futuro, Inter con la bacchetta magica: quelle che van di pari passo con i risultati. Mancini stavolta ha provato Pelè fin dal primo minuto. Per lui è impegnativo tenere addosso quel nome, ma il ragazzo portoghese “appena vent’anni” ha giocato con la serenità dei forti e con quel pizzico di personalità che non guasta. Prima volta dall’inizio della partita “gli altri erano stati spiccioli soltanto”, giocar semplice, buona precisione al tiro tanto da costringere Ballotta ad una parata spettacolo nel primo tempo. Viste le assenze “Vieira, Stankovic ed ora anche Dacourt per almeno 5 mesi” sono state buone notizie per il tecnico nerazzurro. Non solo: Jimenez ha mostrato i suoi numeri. Figo ha trovato un dignitoso imitatore e l’Inter qualche sicurezza in più dai suoi panchinari.
Partita impostata subito sotto il segno nerazzurro. La Lazio è stata messa in condizione di non nuocere, anche se questa è la sesta sconfitta. Spaventata e un po’, si è lasciata ipnotizzare dal giocare interista: gran correre sulle fasce, Maxwell e Maicon a tutto turbo, centrocampo molto attento e difesa che, seppur abbia lasciato qualche spazio a Pandev e Rocchi, assolutamente granitica nella testa di Burdisso che, nei giorni scorsi, Mancini aveva dato in gran spolvero, e nei piedi di Samuel che il tecnico non vuole e non riesce più, a togliere di squadra. Anche se è nuovamente comparso Materazzi nella ripresa. Visto l’assieme, è facile arrivare alle conclusioni, ma soprattutto ai gol realizzati: dopo quattro minuti Zauri ha rischiato un rigoraccio spingendo Jimenez in area. Gli è andata bene. Non altrettanto a Stendardo che, dopo 20 minuti, si è prodotto in un catch calcistico nel quale Burdisso è andato giù in area. Stavolta l’arbitro ha evitato rimorsi e Ibrahimovic ha potuto scaricare in rete con rabbia e determinazione.

Da quel momento è stato gioco da ragazzi: Ibra si è scatenato nel “di tutto e di più”. Gli altri hanno intonato il coro con qualche acuto. Raffinato il gol di Maicon, catapultato in area a seguire un magistrale corner di Jimenez. Suazo,  ha provato qualche numero ed ha rischiato qualche calcione fino a quello decisivo che l’ha costretto a lasciare il posto a Crespo. Ma il gol è stata personale rappresentazione doc, grazie alla palla verticale calciata da Cambiasso che l’ha pescato per il guizzo killeristico in area.
E il pubblico di San Siro circa 7000 paganti, è stato ripagato il prezzo del biglietto. I gol potevano essere anche di più “Samuel ha segnato un gol regolare, poi annullato”, poi se Jimenez non avesse scoperto che la porta di Ballotta era stregata, ovviamente solo per lui.

                                                          Nello Russo

 

 
 
 
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