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21a giornata Mercoledì 28/01/2009 ore 20,30

                                         Catania 0  Inter 2 

E' ripartita l'Inter. La squadra di Mourinho batte con il risultato di 2 a 0 il Catania e saluta la Juventus a sei punti e il Milan a otto. Una vittoria bella perché sofferta, meritata, ottenuta contro tutto e tutti. Le polemiche, i rifiuti eccellenti, gli errori arbitrali, le avversarie sul campo e quelle a distanza. In dieci per l'espulsione di Muntari al 32° del primo tempo, lo stesso era stato cacciato anche all'andata, l'Inter accusa il ritorno del Catania dopo l'inizio di gara spumeggiante e concreto ma non si dà per vinta. Resiste, controlla e colpisce. Quando la danno per spacciata, lei risorge. Ecco il segreto di Mourinho, allenatore senza panchina per una sera, costretto a vedere la partita dall'alto del suo esilio. La partenza nel bunker del Catania è prepotente e aggressiva, tutta intenzionata a sorprendere la squadra di Zenga nel suo settore più debole. Il tecnico ha dovuto infatti rimediare all'ultimo minuto il centrocampo, privo degli squalificati Izco e Carboni e degli infortunati Biagianti e Ledesma. Con queste premesse, è facile intuire perché il vantaggio dell'Inter arrivi per vie centrali, con l'inserimento fulmineo di Stankovic, dritto a colpire di testa davanti a Bizzarri la palla sul cross di Cruz. La strada è tracciata, i nerazzurri sembrano avviati verso il controllo agevole della gara però sette minuti succede il fattaccio. Paolucci segna ma Rocchi annulla per gioco pericoloso di Morimoto su Burdisso: l'entrata del giapponese è a gamba tesa. Dubbi, molti dubbi in occasione dell'espulsione di Muntari, al 32°. L'arbitro è a due passi dal giocatore quando interviene in scivolata su Tedesco, il piede cerca il pallone e l'impressione è che fosse al massimo cartellino giallo. L'Inter fino a quel momento aveva dominato con lo show di Ibrahimovic, una punizione fuori di poco e un palo. E invece l'inferiorità numerica manda in confusione i nerazzurri, che spengono la luce per qualche minuto, il tempo per il Catania di approfittarne e lanciare l'assedio alla porta avversaria. Al 39° la palla arriva a Paolucci, tenuto in gioco da Santon, l'attaccante tira ma Julio Cesar para con le ginocchia. Poi tocca a Morimoto ma Cambiasso sulla linea gli nega il gol e infine Capuano incanta Maicon, si prende lo spazio per un destro a girare che finisce di un soffio fuori sul palo opposto. Il provvidenziale intervallo salva l'Inter. Quella che torna in campo è certamente più organizzata, controlla meglio le fasce anche se di conseguenza gli inserimenti centrali di Stankovic sono ormai limitati a favore di un lavoro oscuro di copertura. Al 13° è ancora il solito Ibra a seminare terrore in area, con Capuano che evita di intervenire e lascia provare il tiro allo svedese, parato però da Bizzarri con un piede. Ma l'Inter non può rilassarsi, perché dall'altra parte Mascara colpisce i pali, centrando quello alla destra di Julio Cesar, completamente immobile. Cruz al 18° termina la sua partita con un sinistro dal limite di qualche centimetro sopra la traversa. E a questo punto Mourinho infrange una delle sue regole d'oro: fuori l'attaccante argentino, dentro Maxwell. Un difensore a cercare di proteggere il vantaggio messo ovviamente in pericolo dall'inferiorità numerica. Con l'uomo in più in difesa, l'Inter acquista sostanza e Ibrahimovic si allunga. Lancio a scavalcare di Stankovic, pesca il numero 8 nerazzurro che, praticamente da solo, si prende tranquillamente tutto il tempo per mettere dentro con la porta vuota. Raddoppio nerazzurro al 26°. Poi una lenta discesa verso valle, fino al fischio finale che vale molto più di una vittoria. E' una conferma, un segnale. L'Inter c'è, nonostante tutto.

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