E adesso?
Oggi può cambiare tutto e la Roma, per la prima volta in questo
campionato, va in testa. I giallorossi hanno un calendario agevole e una
volta in testa difficilmente perderanno lo scettro. E L'Inter? La
squadra di Mourinho c'è, almeno con lo spirito. La volontà di non
mollare uno Scudetto che un paio di mesi fa sembrava già cucito sulla
maglia nerazzurra non manca ma il catastrofico 2-2 contro la Fiorentina
al Franchi vale come un passo falso difficilmente rimediabile. La Roma,
sarà lei ad avere il destino nelle proprie mani con il Milan a fare da
terzo incomodo. Quella di sabato al Franchi, comunque, è stata una gare
ben giocata e molto emozionante. Paga, in positivo, sin da subito la
scelta, da parte di Prandelli, di schierare Keirrison dal primo minuto
al posto di Gilardino. Se da una parte il tecnico viola viene criticato
per aver lasciato fuori il Gila, dall'altra lo stesso Prandelli sarà
osannato per aver osato il brasiliano che dopo 11' porta avanti i viola
subito dopo del palo colto da zero metri di Milito.
La
Fiorentina, dopo il gol di Keirrison, si difende con ordine prova a
ripartire in contropiede. I nerazzurri non riescono a risolvere il rebus
viola nella ripresa Mourinho prova il tutto per tutto facendo entrare
Balotelli. L'Inter sposta decisamente il baricentro in avanti e Sneijder
disegna da perfetto architetto l'azione che porta all'1-1. Balotelli,
sulla destra, crossa in mezzo e Milito da due passi batte Frey. Pareggio
nerazzurro. I ragazzi di Mourinho riprendono animo e si portano
addirittura in vantaggio poco dopo con un'azione quasi fotocopia
finalizzata da Eto'o, imbeccato sempre dall'assist di Balotelli. La
Fiorentina, però è viva e non demorde. I viola raggiungono il pari al
termine di una mischia risolta da Kroldrup. Decisivo, in negativo,
ancora Julio Cesar che con un'uscita a vuoto agevola il gol del danese.
E' la seconda papera, dopo quella contro la Roma, del portiere
brasiliano. Finisce 2-2, per i viola una dimostrazione di forza
casalinga, per l'Inter non solo i due punti persi ma anche la concreta
possibilità di aver buttato via lo Scudetto. Al triplice fischio finale
però gli animi dei Campioni d'Italia sono tesi. Mourinho si alza dalla
panchina puntando il dito contro il guardalinee. "Perché, per cosa
esulti", chiede il tecnico lusitano ad Ayroldi, che si era lasciato
scappare un "Andiamo, andiamo" a pugni chiusi. La risposta
dell'assistente dell'arbitro Bergonzi al portoghese sarebbe stata:
"Faccio quello che mi pare..." "Che vi devo dire? - ha detto il
direttore dell'area tecnica nerazzurra Marco Branca senza peli sulla
lingua - Magari esultava per la Roma, per la Fiorentina, oppure per se
stesso...".